Era un dormiglione o, almeno fino ad oggi, non ti aveva mai dato problemi. E invece adesso il tuo bambino improvvisamente non vuole dormire. Fa fatica ad addormentarsi presto e si risveglia frequentemente nel corso della notte. Non riesci a capire come mai e ti senti sempre più stanco/a e frustrato/a. Tutto questo è normale e posso dirti che, purtroppo, a volte può accadere. I motivi possono essere diversi e individuarli è sicuramente il primo passo per intervenire nel modo giusto. Vediamo alcuni insieme!
Bambino improvvisamente non vuole dormire: da cosa dipende?
- Cambiamento nella dinamica famigliare
Se il tuo bambino ha iniziato ad avere difficoltà con il sonno, allora la causa potrebbe risiedere in qualche tipo di cambiamento nella dinamica famigliare. L’inserimento al nido o alla scuola materna, ad esempio, rappresenta per il piccolo una novità enorme, che richiede tempo per abituarsi e che, nel breve periodo, potrebbe causare qualche disagio. Non solo, la nascita di un fratello o una sorella è una vera e propria rivoluzione che comporta notevoli cambiamenti negli equilibri famigliari. Il bambino, ad esempio, potrebbe sentire scombussolato, essere geloso del nuovo arrivato. Questo disagio potrebbe tradursi in un sonno più disturbato del solito. Fate attenzione inoltre anche ad altri cambiamenti, come traslochi in nuovo appartamento o nuove tate e babysitter. - Stress del genitore
Le emozioni dei bambini risentono tantissimo dello stato d’animo dei genitori. Per questo motivo, se la mamma o il papà sono nervosi, stressati, agitati, il piccolo non si sentirà sicuro. Di conseguenza, potrebbe avere qualche difficoltà con l’addormentamento. Naturalmente, questo può capitare e non bisogna sentirsi in colpa. Vivere periodi stressanti e difficili è assolutamente normale e non bisogna giudicarsi per questo. Cerchiamo piuttosto di esplorare le nostre emozioni e chiediamoci cosa potremmo fare per stare meglio. Far vedere ai propri piccoli come gestire questi momenti e usarlo come momento di insegnare l’intelligenza emotiva.
Ansia e disturbi fisici
- Malattia
Una considerazione banale ma alla quale spesso non badiamo è che i problemi con il sonno possono dipendere anche da condizioni fisiche. Se il bambino non vuole dormire, potrebbe perciò semplicemente avere qualche malanno oppure avvertire qualche scomodità nel letto o nella stanza. Facciamo quindi attenzione all’ambiente in cui i nostri figli riposano. - Ansia / pensieri del bambino
Un altro motivo alla base delle difficoltà di addormentamento è sicuramente l’ansia. Sì perché anche i bambini possono soffrirne e sviluppare paure legate ad alcuni avvenimenti o traumi subiti in famiglia, a scuola o in altri contesti. L’ansia da separazione, ad esempio, è molto comune fra i bambini. Quest’ultima può portare a generare insicurezza e quindi problemi con l’addormentamento e frequenti risvegli notturni.
Bambino improvvisamente non vuole dormire: strategie per recuperare la serenità
Insomma, come abbiamo visto, le ragioni che portano il bambino a non voler dormire possono essere tante. Facciamo quindi attenzione ai nostri piccoli, cominciamo ad osservarli con attenzione e proviamo a ripristinare quella serenità perduta, indispensabile per l’equilibrio di tutta la famiglia. Ecco alcuni cose che possiamo fare:
- Inseriamo chiacchiere e coccole alla messa a nanna
Questa strategia permette al bambino di sfogarsi e lasciar andare eventuali pensieri. Occhio però a non dare consigli né giudicare: facciamo soltanto in modo che si sentano ascoltati e capiti. - Lasciamo andare via lo stress giocando
La mente dei bambini è molto propensa ad apprendere attraverso il gioco. Un’ottima strategia per lasciar andare ansie e paure può essere quindi quella di inserire all’interno della giornata momenti di gioco e divertimento. Non bisogna organizzare chissà cosa. A volte è sufficiente ridere insieme, sbattere i piedi, prendere a calci un cuscino per liberare la frustrazione e ridurre lo stress.
Aumentiamo la connessione
- Facciamo domande specifiche
Se vogliamo che nostro figlio si apra con noi evitiamo domande generiche del tipo “Com’è andata oggi?”. In questi casi infatti spesso otteniamo risposte telegrafiche (“Bene”), che chiudono immediatamente la conversazione. Proviamo invece a fare domande più specifiche, del tipo “Hai disegnato oggi?” oppure “Hai giocato con Tommaso?”. Queste domande ti aiuteranno a sciogliere il ghiaccio e aprire il discorso su altri aspetti della loro giornata. - Aumentiamo la connessione
Se il nostro bambino si sente trascurato e sta soffrendo ansia da separazione, un’ottima strategia può essere quella di invitarlo a stare di più con noi. Questo non significa passare più tempo insieme (probabilmente già lo fate!), ma aumentare il tempo di qualità e coinvolgere maggiormente il bambino nelle tue attività. Come sempre bastano piccoli gesti, piccole cose per far sì che il piccolo si senta considerato. Chiediamogli ad esempio di cucinare insieme a noi, di preparare insieme la tavola, o di aiutarci nella cura del fratellino o della sorellina. In questo modo tuo figlio si sentirà importante e, magari, comincerà a parlare con te e confidarti eventuali paure e pensieri. Insomma, il segreto è aumentare la connessione con lui/lei, farlo sentire compreso e importante per noi.
Tutte queste strategie ti aiuteranno a rendere il tuo bambino più sereno e, di conseguenza, a migliorare anche il clima famigliare. Naturalmente, ho tantissimi altri consigli per te e se vuoi scoprirli iscriviti subito al corso “Sognando in grande”. Si tratta di un percorso che ho ideato per i genitori di bambini dai due anni in su che improvvisamente fanno fatica ad addormentarsi e soffrono di frequenti risvegli notturni. Scrivimi: sarò felice di aiutarti!