La regressione del sonno a 15 mesi è un fenomeno molto comune. Intorno all’anno, infatti, il bambino attraversa una fase di sviluppo molto importante e impegnativa, che ha ripercussioni sul comportamento e le abitudini del piccolo. E’ quindi del tutto normale vivere fasi più difficili, fatte di addormentamenti lunghi, risvegli notturni frequenti e pisolini molto più brevi. Il piccolo è più agitato e tutto questo si ripercuote anche sulla serenità del sonno. D’altra parte le regressioni del sonno nei primi anni di vita sono molto frequenti e fanno parte del percorso di crescita. Dobbiamo ricordare infatti che la regressione non è un passo indietro, ma piuttosto in avanti. E allora vediamo insieme quali sono le cause della regressione del sonno a 15 mesi, quanto dura e come superarla senza traumi.
Regressione del sonno 15 mesi: da cosa dipende?
Alla base della regressione del sonno a 15 mesi ci sono cambiamenti che riguardano in generale tutti i bambini intorno all’anno d’età. E in effetti le motivazioni sono quasi le stesse che ritroviamo alla base delle regressioni a 12 mesi. In alcuni casi, possiamo parlare di una regressione prolungata. Intorno all’anno o dall’anno in poi, infatti, molti bambini cominciano a camminare, dicono qualche parolina e, soprattutto, ne comprendono sempre di più. Insomma, il bambino è in pieno sviluppo psico-motorio, il che implica un grande lavoro a livello cerebrale. Non solo, a 15 mesi molti bambini cominciano ad eliminare il pisolino della mattina, rendendo il sonno più instabile e meno prevedibile. In particolare, fra i 15 e i 18 mesi, i pisolini passano da due a uno al giorno e tutto questo, soprattutto nei primi tempi, può portare una certa irritabilità. Tuttavia, per essere sicuri che il proprio bambino sia in piena regressione del sonno occorre prestare attenzione ad alcuni segnali.
Come capire se è regressione del sonno?
- Risvegli notturni frequenti
Il fatto che il bambino abbia cominciato a svegliarsi più volte durante la notte è senza dubbio un segnale da prendere in considerazione. Naturalmente, occorre fare attenzione alla durata del fenomeno e valutare se vi siano cause di natura fisiologica, legate ad esempio alla salute (febbre, raffreddore, ecc.). - Irritabilità, anche durante il giorno
Una maggiore irritabilità e una maggiore propensione al pianto sono altrettanti segnali di una possibile regressione in atto. Come anticipato, infatti, a 15 mesi (ancora più che a 12), il cervello del nostro bambino è in pieno sviluppo, il che si traduce in uno stato di agitazione più forte. - Addormentamenti difficili
Un altro sintomo tipico della regressione del sonno è poi l’addormentamento, che in questi casi si fa molto più difficile. Il bambino sembra non voler più dormire o, perlomeno, fa fatica ad addormentarsi.
Naturalmente, tutti questi segnali possono presentarsi insieme o separatamente, ma ciò che conta è che non siano un episodio isolato.
Regressione del sonno 15 mesi quanto dura?
La durata di una regressione è quindi un aspetto da tenere in considerazione. Generalmente, queste fasi possono durare da 2 a 6 settimane, dipende dal bambino. Non solo, la tempestività del nostro intervento è decisiva, in quanto può far sì che la regressione venga superata e, soprattutto, che non se ne verifichino altre a breve distanza di tempo. A questo punto, se siamo sicuri che nostro figlio sia in piena regressione del sonno, non ci resta che agire. Come? Te lo spiego nel prossimo paragrafo!
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Come superare una regressione del sonno
Quando un bambino attraverso una fase di regressione del sonno, per i genitori può essere molto dura. Improvvisamente tutto si fa più difficile: l’addormentamento diventa interminabile (scopri il mio corso “Dalla cena alla messa a nanna”), il sonno notturno più agitato e tormentato, stanchezza e stress la fanno da padroni. Il risultato è un notevole peggioramento delle giornate e, più in generale, del clima famigliare. Per questo, il mio consiglio è di non temporeggiare (sperando che prima o poi si risolva da sola), né tantomeno di provare con metodi “fai da te” o “rimedi della nonna”. In questi casi, occorre trovare una strada ben precisa, che spesso non possiamo tracciare senza prima aver analizzato con precisione le abitudini della famiglia e del bambino. Questo è possibile solo rivolgendosi ad una figura esperta, un consulente del sonno infantile che conosca perfettamente le dinamiche del sonno e le problematiche tipiche di questa fascia d’età.
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A chi rivolgersi
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