Il pianto di un bambino rappresenta per il genitore una vera e propria fonte di stress e disagio. In questi casi, infatti, spesso non si sa come agire e, soprattutto, come far sì che il piccolo smetta e torni ad essere sereno. Se poi il bambino piange nel sonno, la situazione si fa più difficile. Questo pianto, infatti, rende la notte del piccolo più frammentata e ha conseguenze negative sul riposo di tutta la famiglia. Naturalmente, non c’è ragione di preoccuparsi se si tratta di un evento isolato. Al contrario, se il bambino si ritrova a vivere spesso notti difficili, allora è il caso di intervenire. Il primo passo è capire le ragioni di quel pianto, così da adottare le strategie più efficaci. Vediamo allora perché un bambino piange nel sonno e come comportarsi.
Bambino piange nel sonno: da cosa dipende?
In realtà piangere nel sonno è abbastanza comune, sia nei neonati che nei bambini. Tuttavia ci sono delle differenze. Se un neonato piange nel sonno, ad esempio, potrebbe avere fame o desiderare semplicemente un maggiore contatto con la mamma. Nel caso dei bambini, invece, le ragioni sono quasi sempre di natura psicologica.
- Sogni o incubi
Uno dei motivi più frequenti, ad esempio, è la ricorrenza di incubi e sogni spaventosi. Si tratta di una situazione del tutto normale, che spesso caratterizza proprio alcune fasi di crescita del bambino. Tuttavia, potrebbe anche dipendere da uno stress accumulato nel corso della giornata. Magari il piccolo sta vivendo una situazione di disagio a scuola, oppure c’è un clima molto teso in famiglia. - Pavor nocturnis, parasonnia, sonnambulismo
Diverso è se il bambino soffre di sonnambulismo e parasonnia. In questi casi, infatti, il piccolo dà luogo a comportamenti inconsci. Potrebbe quindi camminare, parlare, oppure lamentarsi e piangere. In presenza di pavor nocturnis, ad esempio, potrebbe arrivare addirittura a gridare e urlare nel sonno. In questi casi, è bene non farsi prendere dal panico né cercare di parlare con il bambino. Quello che possiamo fare è monitorare i comportamenti per essere sicuri che non stia male o, in alternativa, modificare le abitudini del sonno.
Disagi fisici
Una menzione a parte merita poi l’uso di schermi (tv, tablet, cellulare) prima di andare a dormire. Questi dispositivi, infatti, creano uno stato di eccitazione, che potrebbe comportare poi un sonno più agitato e, quindi, anche lamenti e pianti da parte del bimbo. Infine, se un bambino piange nel sonno, il motivo potrebbe risiedere in un disturbo o disagio fisico. Se quindi il piccolo ha la febbre, avverte prurito o qualsiasi altro tipo di fastidio è possibile che lo manifesti piangendo. Tuttavia, il disagio non è sempre così palese e spesso occorre fare qualche indagine con uno specialista per individuare eventuali patologie nascoste.
Bambino piange nel sonno: come intervenire
Insomma, che un bambino pianga nel sonno è del tutto normale. Tuttavia, se la frequenza aumenta e le notti cominciano a diventare davvero complicate, il mio consiglio è di rivolgersi ad un consulente del sonno. Si tratta di una figura altamente specializzata, che ti aiuterà ad individuare le ragioni alla base del problema e ti fornirà un piano personalizzato per risolverlo.
Consulenze e corsi
Io, ad esempio, mi occupo proprio di questo. Sono una consulente olistica del sonno e offro consulenze e corsi on demand per tutti i genitori di bambini e neonati che hanno difficoltà con il sonno e l’addormentamento. Metto a disposizione consulenze 1 a 1 e percorsi online, suddivisi per fasce d’età. Questi ultimi, in particolare, si rivolgono a tutti i genitori che hanno poco tempo a disposizione ma desiderano apprendere tutte le strategie per tornare a dormire serenamente. Per la fascia d’età da 1 a 2 anni, ho ideato “Dormire bene, vivere sereni”, mentre per i bambini dai due anni in su, potrai acquistare “Sognando in grande”. Infine, se vuoi fare una chiacchierata con me e conoscermi meglio, prenota subito una chiamata gratuita. Sarò felice di aiutarti!