Cosa fare se un neonato piange tutta la notte? Di certo, si tratta di una delle esperienze peggiori che un genitore possa fare. Affrontare il pianto costante e continuo del proprio bambino crea infatti una forte dose di stress, mettendo a dura prova l’equilibrio e la pazienza di ogni mamma e papà. Se poi questo pianto interrompe il riposo notturno, la fatica è ancor più grande. D’altra parte, si tratta anche di situazioni estreme e che spesso si verificano in presenza di determinati disturbi fisici. Mentre infatti è del tutto normale che un bimbo di pochi mesi si svegli più volte la notte, sia per mangiare che per bisogno di contatto, è altrettanto vero che se un neonato piange tutta la notte è molto probabile che abbia qualcosa.
Neonato piange tutta la notte: da cosa dipende?
Prima di trarre conclusioni affrettate, vediamo quindi quali potrebbero essere le cause del pianto. Se parliamo di neonati di pochi mesi, ad esempio, lo stato di malessere potrebbe essere generato anche da una semplice febbre o da un raffreddore. Questi disturbi si manifestano infatti con una serie di sintomi insidiosi, che potrebbero infastidire il bambino. E a quest’età è del tutto normale che il disagio venga espresso con il pianto. Non solo, il piccolo potrebbe anche soffrire di colichette oppure avere problemi di digestione. Il reflusso gastro-esofageo, ad esempio, che colpisce tantissimi neonati nei primi mesi di vita, si manifesta proprio attraverso un pianto costante, soprattutto di notte. Insomma, se il tuo piccolo piange tutta la notte, il mio consiglio è di fare questi approfondimenti.
Bisogno di contatto e routine
E laddove il bambino non dovesse manifestare alcun tipo di disturbo, allora è necessario interrogarsi su altri aspetti, come il bisogno di contatto e la gestione della routine. Se il neonato piange tutta la notte e si sveglia, è possibile infatti che sia alla ricerca di contatto, un bisogno che probabilmente non riesce a soddisfare durante il giorno. Questa condizione è tipica dei neonati dai sei mesi in su, che spesso cominciano il nido e vivono perciò una fase di distacco dai propri genitori. In questo caso, quindi, la ragione starebbe nell’ansia da separazione, un sentimento che i piccoli vivono proprio in questa fascia d’età. Non solo, i frequenti risvegli notturni, accompagnati dal pianto, potrebbero dipendere anche dalla mancanza di una routine giornaliera. Creare abitudini stabili e ricorrenti offre infatti un grande aiuto al piccolo, che comincerà a prevedere i momenti e regolarizzare i propri orari, compresi quelli del sonno.
Neonato piange tutta la notte: a chi rivolgersi
Per far sì che tutto funzioni, però, è necessario partire da un’analisi delle proprie abitudini e dei propri bisogni, una valutazione che non può essere fatta in autonomia ma necessita di un supporto esterno. I consulenti del sonno, ad esempio, lavorano proprio su questo, offrendo percorsi personalizzati e su misura. Io, ad esempio, mi occupo di problematiche che riguardano il sonno di neonati ma anche bambini più grandi. In particolare, metto a disposizione consulenze 1 a 1, ma anche corsi online e tantissime guide pratiche per migliorare il sonno dei tuoi piccoli. Nel caso di neonati da 0 a 4 mesi, puoi acquistare il percorso “Piccoli sogni”. Si tratta di un corso che ti aiuterà a capire come funziona il sonno dei bambini a quest’età e ti aiuterà a instaurare sin da subito abitudini sane e corrette. Per i neonati dai 5 mesi in su, ho invece ideato “Dormire bene, vivere sereni”. Si tratta di un percorso high touch pensato per affrontare le problematiche tipiche di questa fascia d’età: dai risvegli notturni alle regressioni, all’impostazione di una corretta routine e gestione dei pisolini.
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