La regressione del sonno a due anni è un evento molto frequente, che tende a destabilizzare fortemente l’equilibrio e la serenità dei genitori. Se, infatti, fino ad allora, il bambino non aveva manifestato alcun problema nell’addormentamento o nel dormire da solo nel proprio lettino, improvvisamente questo processo va in crisi. Il piccolo comincia a svegliarsi durante la notte oppure vuole dormire nel lettone con i genitori. In altri casi, richiede la presenza di mamma o papà per addormentarsi. Insomma, ciò che una volta era semplice, ora non lo è più.
Tutto questo può spaventare i genitori che, tutto ad un tratto, faticano a riconoscere il proprio bambino. In realtà, si tratta di una situazione abbastanza comune, che va ricondotta ad una fase di crescita del piccolo. Questo periodo, spesso etichettato come “i terribili due”, rappresenta invece un’importante tappa di cambiamento ed evoluzione. Vediamo insieme le conseguenze sull’addormentamento e come affrontare la regressione del sonno a due anni.
Regressione sonno due anni: cosa accade?
Come già detto, a due anni i bambini attraversano una fase di crescita molto importante. E’ infatti a questa età che i piccoli cominciano a sviluppare e affinare il linguaggio. Non solo, a due anni iniziano anche ad apprendere ed eseguire una serie di comandi. In particolare, i bambini acquisiscono una maggiore consapevolezza di sé e indipendenza dal genitore, che li spinge a voler affermarsi e decidere cosa fare. Questo include naturalmente anche il sonno e gli orari della nanna. L’addormentamento diventa quindi sempre più difficile. In alcuni casi, si trasforma in una vera e propria lotta per i genitori. Non solo, insieme all’affermazione della propria volontà coesiste anche un desiderio di voler stare sempre con il papà o con la mamma. In questi casi, il bambino non vuole dormire da solo e manifesta la volontà di dormire nel lettone.
Non solo, l’esplosione del linguaggio aumenta l’attività cerebrale, che rende il bimbo più irrequieto predisponendolo a risvegli notturni. Insomma la regressione del sonno a due anni è più che comune e, proprio per questo non deve spaventarti. Il tuo piccolo sta crescendo e tutto quello che devi fare è guidarlo verso questo cambiamento. Il tutto accogliendo sempre i suoi bisogni.
Come intervenire
Quando un bambino di due anni non vuole dormire, la reazione tipica dei genitori è quella di eliminare i pisolini, così da facilitare l’addormentamento serale. In alcuni casi può anche essere corretto. Tuttavia, se il bambino non riesce ancora a dormire il giusto numero di ore senza, il mio consiglio è di evitare. Quello che puoi fare, invece, è cambiare il tuo atteggiamento con lui durante il giorno e provare a impostare una routine adeguata. Potrebbe sembrare semplice, ma in realtà non lo è così tanto. Occorre infatti analizzare la propria situazione e individuare cosa c’è che non va e quali abitudini possiamo cambiare. Per far questo è necessario il supporto di una figura esterna, un consulente del sonno che possa offrire una piano su misura delle proprie reali necessità.
Regressione del sonno 2 anni: la mia consulenza
Io, ad esempio, offro consulenze e corsi per neonati e bambini che hanno difficoltà con l’addormentamento o stanno affrontando regressioni del sonno. In particolare, metto a disposizione consulenze 1 a 1 e percorsi on demand, suddivisi per fasce d’età. Le prime ci consentono di parlare e individuare insieme le cause del problema, tracciando un percorso personalizzato e studiato su misura dei bisogni della tua famiglia. I corsi online, invece, sono pensati per chi ha poco tempo a disposizione ma desidera comunque ricevere tutti i miei consigli. Per i bambini dai due anni in su, ad esempio, ho ideato “Sognando in grande”. Si tratta di un workshop di tre incontri che ti permetterà di:
- Eliminare i risvegli notturni
- Gestire il sonno in vari contesti: nido, vacanza, malattia, babysitter
- Capire quando e come spostare il piccolo nella sua camera
- Gestire al meglio attività, alimentazione e pisolini per favorire il sonno notturno
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