Il sonno di un neonato segue dei cicli ben precisi. Tuttavia, man mano che il bambino cresce, le fasi del sonno subiscono dei cambiamenti, che a volte rischiano di spiazzare i genitori. Uno dei commenti che sento più spesso è: “Mio figlio ha sempre dormito, sin dalla nascita, e ora invece si sveglia tantissime volte durante la notte”. Naturalmente, tutto questo può generare un forte senso di frustrazione nel papà e nella mamma. Eppure si tratta di una condizione abbastanza frequente. Sì perché intorno ai 5 mesi (dai 3 ai 6 mesi) il bambino comincia a sviluppare nuove competenze. Il piccolo attraversa in realtà una vera e propria fase di cambiamento, che include anche il sonno. In molti casi si parla di regressione del sonno. In realtà si tratta di una semplice evoluzione. Vediamo allora come cambia il sonno di un neonato a 5 mesi.
Sonno neonato 5 mesi: regressione o progressione?
Come anticipato, quella che può sembrare una regressione altro non è che maturazione o progressione del sonno. In particolare si passa da un sonno molto semplice, bifase, ad un sonno più simile a quello di noi adulti, caratterizzato da cinque fasi. Si tratta di un grande cambiamento per il bambino, che può a sua volta trovarsi spiazzato. Da qui la fatica a riaddormentarsi e l’aumento dei risvegli notturni. Insomma, se prima si addormentava tra le nuvole, adesso la sensazione è molto più vicina quella di cadere da una montagna. Il neonato può quindi apparire più nervoso e spaventato.
Non solo, mentre i cicli del sonno aumentano, si riduce invece la quantità di ore di sonno necessarie. Il bambino potrebbe, ad esempio, dormire fino a sei ore in meno rispetto ai mesi precedenti. Tutto questo, ovviamente, potrebbe disorientare i genitori. Infine, ci sono altri fattori che influiscono sul sonno di un neonato a 5 mesi. Intorno a quest’età, ad esempio, i bambini cominciano a rotolare. Si tratta di una nuova competenza che, tuttavia, non viene immediatamente padroneggiata. Questo aspetto può sicuramente disturbare anche il sonno.
Sonno neonato 5 mesi: come ridurre i risvegli notturni
Naturalmente, questa nuova fase nello sviluppo del bambino può creare un forte smarrimento nei genitori. Quello che voglio dirti, però, è di non spaventarti. Al contrario, sapere che si tratta di una fase di passaggio, ti aiuterà a comprendere meglio i cambiamenti. Di conseguenza riuscirai anche a trovare la strada giusta per affrontarli.
- Creare nuove associazioni con il sonno
A questo proposito, ad esempio, il mio consiglio è di creare più associazioni con il sonno. In particolar modo bisognerebbe trovare e provare più modalità di addormentamento. In questo modo, infatti, il bambino riuscirà ad addormentarsi più facilmente e senza paure.
2. Impostare una routine giornaliera
Un altro suggerimento è sicuramente quello di impostare una buona routine giornaliera. Questo significa regolarizzare gli orari della pappa (dopo i 6 mesi) e dei riposini. In questo modo il bambino saprà sempre cosa lo aspetta e riuscirà a creare delle associazioni con i vari momenti.
Naturalmente, fare tutto questo senza alcun aiuto non è sempre facile. Per questo sarebbe più opportuno rivolgersi ad un professionista del settore. Il mio consiglio è di rivolgerti ad una consulente del sonno che possa aiutarti a comprendere questi cambiamenti. Una professionista di questo tipo potrà indirizzarti verso il percorso migliore per te e il tuo bambino. Io, ad esempio, lavoro spesso con genitori di bambini che hanno quest’età e che improvvisamente si ritrovano a dover affrontare notti molto pesanti. A questo proposito, ti racconto la storia di Alessio (un neonato di 5 mesi) e mamma Chiara.
La storia di Alessio
Tutto è cominciato quando Alessio, un bambino che durante la notte si svegliava ogni quattro ore. A un certo punto ha iniziato a farlo ogni 40 minuti. Richiedeva costantemente il seno oppure l’uso della fit ball per addormentarsi. Insomma per mamma Chiara questo è stato un cambiamento davvero drastico. In un momento di grande disperazione lei ha scelto di cercare aiuto e di chiamarmi. Il suo obiettivo era rendere più semplice l’addormentamento e, naturalmente, ridurre anche i risvegli. Quello che abbiamo fatto è stato sistemare e regolarizzare gli orari durante il giorno e migliorare l’alimentazione. Il tutto secondo i bisogni fisici di Alessio.
Inoltre abbiamo creato una routine che promuovesse il sonno, includendo tutta una serie di attività. Così siamo finalmente riusciti ad eliminare questi lunghi e numerosi risvegli, arrivando ad un massimo di due a notte. Alcune notti, addirittura, la mamma si limita a prenderlo e rimetterlo giù. Lui continua a dormire beato. Mamma Chiara adesso è molto felice. Riesce a riposare correttamente e ha molta più energia da dedicare a se stessa e al suo piccolo.
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